Questo tipo di chirurgia consiste nel ricostruire il tessuto osseo e gengivale danneggiato, a seguito della malattia parodontale o di altri processi patologici.

La Chirurgia Ricostruttiva interviene quando, a seguito della perdita di uno o più denti, il processo di guarigione esita in un deficit di tessuto osseo e/o molle. Se manca il tessuto osseo, si prevede un intervento chirurgico più o meno esteso e comunque eseguito in ambulatorio, che consiste nella ricostruzione tridimensionale del volume osseo andato perduto e necessario per il posizionamento di uno o più impianti, che può essere contestuale o eseguito in un secondo momento, a guarigione avvenuta.

Per ricostruire l’osso tridimensionalmente ci si avvale di diversi materiali:

  • membrane in PTFE o in collagene animale;
  • viti o chiodi per ssarle;
  • osso del paziente;
  • osso animale o sintetico;
  • o una miscela di essi.

Le percentuali di successo di questi interventi, se eseguite da mani esperte e secondo i dettami chirurgici corretti, hanno percentuali di successo molto prossime al 100%. Per ricostruire i tessuti molli, invece, e ricrearne il volume, la tecnica chirurgica di elezione è il prelievo di un innesto di tessuto epitelio-connettivale dal palato: una volta prelevato, lo si prepara al di fuori della bocca per poi ssarlo con dei punti di sutura alla zona di interesse. Prima di procedere con la riabilitazione protesica, bisogna attendere almeno 3 mesi per la guarigione dell’innesto, lasso di tempo fondamentale per la restituito ad integrum completa