La compromissione o la perdita di uno o più elementi dentari sono responsabili di diverse alterazioni che peggiorano le condizioni non solo dell’apparato stomatognatico (inteso come cavo orale e apparato neuro-muscolare-funzionale), ma anche psicologiche del paziente.

Tali alterazioni possono essere di tipo:

  • estetico;
  • funzionale (inteso come riduzione delle funzionalità masticatorie e/o fonatorie);
  • migratorie (nel caso di perdita di uno o più denti, gli elementi dentari residui si spostano nello spazio lasciato libero.

Anche la lingua e le guance occupano tali spazi, potendosi verificare come conseguenza delle lesioni da morsicatio), articolare e muscolare a differenti livelli.

Con i trattamenti protesici, che si applicano sia ai denti naturali che agli impianti, si vanno a ripristinare forme, funzioni ed estetica di ciò che è andato perso, migliorando non solo le regioni intraorali, ma anche extraorali. I suddetti trattamenti si eseguono non solo per curare e ripristinare quanto era presente in origine, ma anche per prevenire il progredire di condizioni parafunzionali, quali l’usura dei denti nel caso di pazienti bruxisti.

Come per le terapie conservative, anche i trattamenti protesici che riguardano i denti naturali seguono fedelmente i concetti di mini invasività (conservare il più possibile la struttura dentaria; fanno eccezione i casi dove è necessario rifare un lavoro protesico su un dente trattato molti anni prima, quando il concetto di mini invasività, per varie ragioni, non era ancora nato).